15 novembre 2018

Il Troio

il troio spinge forte sul freno e accosta girando il volante come se fosse LUIS HEMILTON alle prese con la curva delle acque minerali (che, per chi non lo saPREBBE, è una curva del circuito di imola in cui sono stati investiti san pellegrino e sant'anna). mi fa segno con la testa di scendere e poi rinforza il concetto con la mano, a fare segno di andarmene.

è fatto così, se gli dici una cosa che non vuole sentire si chiude e diventa scorbutico, impenetrabile (cosa che a me lascia del tutto indifferente: perché ognuno è fatto a modo suo e poi, a dirla tutta, perché di penetrare il troio c'ho mica grandi ambizioni).

allungo un braccio verso i sedili posteriori e cerco a tentoni il mio zaino. lo sollevo e lo porto verso di me, saluto educatamente (non ricordo esattamente come, ma vattela a pija' 'nder da qualche parte, nella frase, credo di avercelo messo.

cammino verso casa, il freddo si fa sensibile e roma è così, qui gli autobus sono come i lanciatori di banconote da 500 euro, non ne trovi mai uno quando ti servono.

cammino, con la mano sinistra frugo sotto la manica del cappotto (devo averlo comprato da ubriaco, perché più che autunnale sembra avere lo stesso spessore di un pareo, però non bevo, quindi mi hanno proprio inchiappettato). con la mano sposto la manica del cappotto, poi quella del pullover e poi della camicia a scoprire il braccialetto che mi ha dato una persona come cui non voglio diventare, il senso esatto dello squallore da cui è lecito fuggire. quel braccialetto è la mia coperta di linus (se fosse la coperta di lines sarebbe un assorbente per donne con la patata enorme), il mio maalaa, la manifestazione fisica di un luogo o un'atmosfera che rappresentano la pochezza e lo schifo, un memento, un monito, un "non ripetere gli stessi errori, non sentirti più così, non permetterlo a nessuno". ma anche un sonorissimo vaffa.

cammino, mi fermo, apro lo zaino e cerco gli auricolari. li collego allo smartphone (è il mio, quindi è un po' rincoglionitophone) e mi sparo nelle orecchie "Tales of Mystery and Imagination" (teils ov misteri and imagineiscion), un vecchio disco di the alan parsons project, del 1976, anno in cui non ero ancora nat... ok, questa è una ca__ta.

cammino, arrivo a casa. il troio è lì, seduto davanti alla porta. mi vede arrivare, si alza, tolgo gli auricolari. "andiamo su, coglione, che un caffè ci sta". sale gli scalini, si gira e mi dice: "'a diggito (rigorosamente con due g), hai proprio raggione (rigorosamente con due gg)". lo guardo con la faccia da idiota e: "ho ragione quando dico che sei un coglione?" "no, fa lui, un caffè ce sta, ce sta proprio".

12 commenti:

  1. Credevo che il troio fosse il marito della troia..
    Comunque alla coperta di lines sono morta.
    Onore a te che conosci una delle migliori marche di assorbenti..
    Spero non per esperienza diretta.
    L'incontinenza è una brutta bestia. 😜

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    1. la conosce chiunque. ormai è assiomatica. anche nuvenia pocket è famosa, come marca, la usano tutte le paracadunudiste

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    2. La Nuvenia fa cagare.
      Ecco, te l'ho detto.
      E basta. Se no degeneriamo.

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  2. Io il Troio l'ho subito collegato ad un personaggio del Vernacoliere, ma poi leggendo ho compreso che parlavi d'altro. Ed in "quell'altro" hai dipinto un mondo intero. Sei un turbinio di pensieri, un flusso inarrestabile. Ironia e malinconia fuse insieme. Chissà chi è davvero questo "Troio" del post...

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    1. eh, garbato amico virtuale, il vernacoliere è decisamente più in là rispetto alle mie possibilità. il troio è una brava persona, un po' spigolosa. ma non è il difetto peggiore che si possa immaginare

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  3. A me va bene tutto, ma dove stanno questi lanciatori di banconote da 500 € che non ne ho mai visto uno in tutta la mia vita?
    E dire che avvicinandoci al Natale mi servirebbe.

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  4. non lo so e, detto tra noi, a me servirebbero anche se fossimo lontani dal natale. vitaccia.

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  5. Bella la cosa del braccialetto.
    Io porto al medio (Non a caso) un anello con scritto TEMPUS FUGIT per ricordarmi che se sono in un momento nero passerà ma che devo lavorare perché ciò accada e se, invece, sono in un bel momento lo devo vivere a mille perché passerà anche quello.
    Che poi credo che sia lo stesso effetto che prendere un caffè col Troio

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  6. deh, nini. non è che passi qui, scrivi cose in tedesco e te ne vai, eh. :-)

    tutto passa. e l'unica cosa che non cambia mai, è che tutto cambia sempre.

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  7. 1. Come mai io non ho amici così? Scegli tu cosa si intende per così.
    2. Qual è l'etimologia del nome Troio?
    3. Come mai io, se qualche persona come cui non voglio diventare mi regalasse qualcosa, invece che indossarlo lo brucerei ringhiando maleficamente?
    4. Non sarò scontata soffermandomi sul lanciatore di banconote da 500. Comunque scrivimi in privato il loro indirizzo, è per un'amica.
    5. Ma gli hai sputato nel caffè per essere stato abbandonato così in mezzo alla strada?

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    1. giao, sono preparatissimo (le so tutte)

      1. non lo so
      2. mai saputo
      3. non ne ho idea
      4. se li avessi...
      5. non ricordo :-)

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