Anche stanotte, di dormire, non se ne parla proprio. Del resto, la notte é fatta per pensare o per fare l'amore. O per pensare di fare l'amore. Ma non per nessuna delle due cose. E già qui, meriterei di andare a ca__re.
In questi giorni ho sentito troppe storie di dolore. Alcune più fondate, alcune infondate e altre affondate (comunque, sempre Titanic sono). Mi sono detto "digitello porcello, o sei un catalizzatore di cazzialtrui - tutt'attaccato - o c'é un perché".
Ecco, ci deve essere un perché. D'un tratto ho percepito (di quella percezione agnostica che con la scienza c'ha un niente a che vedere, ma vale sempre il concetto che è vera) che per vincere il dolore, per enfatizzarlo, occorre offrircisi. Come aspetto normale delle cose alle quali possiamo andare incontro. Nessuno di noi ha paura di soffrire, abbiamo piuttosto paura di non gioire. E, detta a quest'ora della notte, può sembrare il pensiero sconclusionato di un uomo scoordinato (e anche spelacchiato).
E se non fosse così? No, dico, e se fosse vero che chi se ne frega di soffrire? Mi affido alla vostra intelligenza che, se presa ad una ad una già fa venire i brividi, messa tuttinsieme (tuttoattaccato), c'ha più gigaton di una bomba nucleare.
Questo post vince il premio Vaffa & Culo (finora conferito solo a Dolce & Gabbana e a Giontra & Volta)
Carissimo Digito, se ti vengono a parlare delle sofferenze allora vuoldire che riconoscono il carattere taumaturgico e comprensivo e lenitivi del parlare con te, evidentemente puoi con le tue parole la tua presenza ( anche se spelecchiata) dare consolazione e credimi, lo so per esperiemza personale, è un dono anche quello.
RispondiEliminaAiutare a sollevare le anime dall'inevitabile( mannaggia alla miseria) sofferenza fa prendere punti per il Paradiso che servono sempre per compensare le marachelle che si compiono!!
A parte gli scherzi, la sofferenza della Vita, quando ti prende a calci in culo, consente anche di migliorarsi perchè permette di superare i propri limiti e quindi andare avanti più forti per la prossima battaglia, e questo consente anche di apprezzare la Gioia che quando arriva, arriva ( e mi raccomando tenersela stretta stretta!!).
Ti auguro una giornata dolce e affettuosa come so che sei quando ti parlano dei guai.
Dietro parole usate con amabile ironia e assemblate con invidiabile abilità si nascondono degli iceberg di dimensioni colossali... Insomma, la notte è fatta per pensare o per fare l'amore ... qualcuno, però, si fa le pippe :D
RispondiEliminaPrimaaaaa ahahah
RispondiEliminaLa sofferenza morale è la paura di perdersi qualcosa, la paura di non avere, di non riconoscere il bello che ci passa accanto, che ci sta attorno. Decidere di soffrire significa chiudere gli occhi per un attimo per poi riaprirli e vederci di nuovo.
Ok ok, me ne vado a lavorà...
io colla mi intelligenza, meglio non dir niente, sulla sofferenza, epperò vorrei dire qualcosa sulle CRASI: mi piacciono un ciulo!
RispondiEliminaCiao Digito, il tuo post giunge proprio a puntino...
RispondiEliminaFregarsene di soffrire? Se una persona ha provato sentimenti di qualsiasi tipo per un'altra persona non riuscirà mai a fregarsene, tuttalpiù può mentirsi convincendosi del contrario sperando che tutto non torni, sì sperando ma nulla più!
E quindi? Io preferisco insudicarmi di quelle sofferenze perché hanno il vago sapore di gioie che non si potranno più avere, ma almeno un qualcosa nel bene o nel male rimarrà ed questo lo trovo inestimabile.
A presto,
Roberto
Se soffri significa che è impossibile per te fregartene...amen :)
RispondiElimina@luce
RispondiEliminaah, cara, se tu sapRESTI che non c'ho un carattere "uma thurman" o qualsiasi altra cosa... Ma raggiungi il punto alla grande, come al solito. È proprio questo: poiché la sofferenza fa crescere, ecco, prendiamola per quello che è. Mica deve per forza tirarti giù come un peso, dovrebbe invece essere trasformata in un'occasione per volare. Questo volevo dire. Però l'hai detto tu. Ehi?! Ma non è il tuo blog, questo... ;-) Un abbraccio forte forte forte.
Altro che commento sconclusionato! La mia più grande paura non era provare dolore, quanto credere di non potere più sorridere, di provare emozioni, di amare, di rimanere in quello stato di apatia perenne.
RispondiEliminaLa domanda ricorrente che avevo sempre in testa era: riuscirò a ridere di nuovo come prima?
Mi sono risposta dopo un pò, non sono più riuscita a ridere come prima... l'ho fatto meglio!
:-D
antonella(broggi)
RispondiEliminapuò essere pure questo ma, sono uno che tende al semplicismo, ho una visione molto meno olistica. la sofferenza è uno status delle cose che noi, da bravi bravissimi, poniamo al centro della nostra esistenza, quando la proviamo. Mentre dovremmo assurgerla a "motore" della nostra esistenza, per trarne il Massimo Van Taggio (lottatore di sumo olandese). Torno a lavorà anch'io, che sennò qui me caccino....
Ah, che poi mi sa si sta dicendo la stessa cosa, ora che ci penso. Ma sono troppo pigro per riscrivere la risposta al tuo commento, ergo...
@bloggointestinale
ecco, appunto, colla tua intelligenza, mi sa, che questa cosa già la applichi (e togli il "mi sa"). La CRASI è fondamentale. Crasi crasi me ne provoco una subito. Un abbraccio
@roberto miorelli
eh, proprio e anche qua sta la chiave. noi si pensa, davanti alla sofferenza "ora nulla sarà più come prima", mentre sarebbe utile pensare "è stato fantastico, e ora sono diverso, da domani, si apre un altro ciclo". Anche se "ciclo", a me, fa venire in mente un'altra cosa. Uh? Siocchini... mi viene in mente Bartali. Un abbraccio, ma forte
@baol
ecco, appunto. mi sa che questo post non lo capisco neanche io. Ma ti rendi conto che tra un po' te ne vai al nord? Ma sta cosa qui è una figata. Ma figata figata, neh? Chissà quante perplessità, quanta malinconia, quante domande. Però, un po' sorridi, perché inizia una nuova pagina di vita... Ora è più chiaro? Dimmi di sì...
Massimo Troisi: "pensavo fosse amore e invece era un calesse":
RispondiEliminadiceva dopo essere stato mollato, agli amici che volevano consolarlo: "andate via, lasciatemi soffrire da solo... se state qua non soffro bene..."
... comunque devo leggere un po' di arretrati nel tuo blog... capisco poco delle tue allusioni e mi sento proprio spaesata!
RispondiElimina"Sarà che mi sento stanco, di pensieri, di parole, di persone e anche di idee, questo mare che va sempre avanti e indietro con le sue maree" dice Vecchioni. E Vasco sotto l'effetto di droghe aggiunge:"Vivere davvero ogni momento, con ogni suo turbamento e come se fosse l'ultimo...perchè la vita è 1 brivido che vola via, è tutto un equilibrio sopra la follia"...e Quella testa "riportata" di Raffaele Morelli, quello che ha un giornale chiamato nientepopo di meno che RIZA PSICOSOMATICA[...] che caspiterina direbbe???? "La vita è un altalena, fatta di gioia e dolori...pare di stare a Gardaland...provi l'adrenalina quando stai in cima..ma alla fine scendi con una grande nausea"
RispondiElimina@sabrina
RispondiEliminatoh, una che mi capisce. fossi in te mi preoccuperei. tanto. ;-) un abbraccio
@bk
fratellino, si poteva pretendere qualcosa di meno genialoide, da Troisi. I miei rispetti al maestro. Un abbraccio
@antonella(broggi)
allusioni? eh, no... qui si sta cercando di dare un senso a ciò che dico. non lo accetto! sai, a certe non-cose, ci tengo. Mi spiace ti senta spaesata...
@emy insalatissime
ti ringrazio di essere passata di qua, e di avermi (averci) illuminatoMI (illuminatoCI) con cotanta beltà, mapperò io, all'esistenza di Morelli, prima di ora, non avevo mai creduto. Una sorta di babbo natale. Un po' più magro.
La sofferenza è uno situazione dalla quale ci passiamo tutti. Il dolore fisico, il dolore morale, l'angoscia sono sofferenze che ben conosciamo. A volte si dice che per apprezzare le gioie della vita occorra passare dalla sofferenza e dalla tristezza perchè così si valutano meglio. E' anche vero che spesso si soffre perchè si è talmente tanto gioito che, dopo, ogni momento è più doloroso al ricordo di quello che è passato.
RispondiEliminaE' anche vero che se guardiamo al passato nulla è più lo stesso e occorre cercare di rimuovere le sofferenze il più celermente possibile, soprattutto quelle che sono inferte da noi stessi e che sono più subdole. Occorre guardare avanti per soffrire meno e ricordare non fa troppo bene, a volte. E' un tema molto delicato; il fatto che tu sia una persona così intelligente e sensibile ti porta senza ombra di dubbio a venire a contatto con persone che soffrono. E' normale. Se tu stai male cerchi di evitare un altro che sta male, hai bisogno di non pensare, di svagarti anche, e di trovare una persona con cui confidarti e liberare così un po' le proprie pene. Sei una persona saggia e penso che dentro di te abbia la forza (per ciò che hai passato) e la sensibilità per aiutare gli altri e in questo modo sentire che sei importante non per una persona, ma per tanti che a te si rivolgono.
Orcamiseria, sono riuscita a contagiarti con le mie paranoie ieri sera eh? aim so sorri... PS mitico il tuitter senza S sibilline!! Ciiip (e ciop)
RispondiEliminaviste le mazzate prese negli ultimi mesi, direi che oramai sono una abitué della sofferenza..
RispondiEliminanon capisco però se lo sono x colpa altrui, o xkè alla fine mi piace soffrire e me le vado a cercare.. :(
@maria rita
RispondiEliminaahahahahahaha, grande donna...
@max
caro, l'intelligenza è, per forza di cose, la capacità di trasformare "in oro ciò che luccica". è la consapevolezza, quella che ti aiuta a diventare davvero "uomo oltre". in queste materie, per quanto non nascondo siano tra i miei obiettivi, sono ancora apprendista. cioè colui che lo (AP)prende... ;-)
La sensibilità, invece, è quella che sento impregnare i tuoi post. Forse più pragmatica (ehi, "sensibilità pragmatica" me lo devo scrivere... ops... già fatto) e adulta, ma assolutamente invidiabile. Resto sempre più dell'idea che se il buon dio (o chi per lui) non ci avesse voluto capaci di aiutarci, ci avrebbe fatto nascere ognuno su un isolotto). Se così non è, un motivo... Ti abbraccio (e un altro giorno è andato, -2)
@lindöz
aSSolutamente no, anzi, mi hai fatto ridere come un ....one e mi hai dato anche profonda possibilità di riflettere. te ne sono grato. grato silvestro. ciiippppp. cip, ciop e ciap. ;-)
eppoi mi piace da matti il modo in cui ti sei aperta, che detto così suona molto erotico, ma in realtà qui il sesso c'entra nulla. quello che mi hai offerto ieri sera è molto di più. e te ne sono rigrato. e anche risilvestro. ti abbraccio. ciiiiiipp
@lady cocca
RispondiEliminainesorabilmente la seconda che hai detto. perché sennò, molte cose non si spiegherebbero. ed è soprattutto per questo (e sopra tutto per questo) che occorre assolutamente "cambiare" il nostro senso del dolore, in senso di opportunità, prima, e di qualcosa (che ancora non so cosa sia) più tardi. forse cIertezza, forse consapevolezza. forse caparezza. che non c'entra, ma però fa un sacco SCIC. Ti abbraccio
quoto il commento di luce: del resto, che tu abbia una sensibilità eccezionale, non ne ho mai dubitato.
RispondiEliminainoltre, hai ragione molto spesso abbiamo più paura di gioire che di soffrire, forse perché di fronte alle sofferenze altrui non riteniamo sia giusto esser felici.
mi capita in questi giorni in cui ho sentito brutte notizie riguardo a persone che conosco anche se non sono né parenti, né amici, né conoscenti. li conosco di vista, eppure le loro storie atroci mi hanno colpito così tanto che non posso fare a meno di pensarci.
eheh me ne sono andata a cercare una pure stamattina! mamma che bello! :D
RispondiEliminaBelin, ma avete già detto tutto voi 20 commentisti precedenti! (precedenti = preghiera affinchè i denti non vengano giù ma purtroppo sono già cedenti; cazzo c'entra col post?)
RispondiEliminaComunque sposo (il commento di) Luce (mai nome fu più omen).
Aggiungo solo 2 o 3 p.s.:
Quando dici "meriterei di andare a ca__re intendi un "catafottere" Camillerico, vero?
Sei spelacchiato in quanto speleologo?
Pare che Dolce & Gabbana si siano divisi come pure Giontra & Volta.
Non conosco le intenzioni di Dolce e quelle di Giontra, ma pare che si accoppieranno Volta & Gabbana, ti risulta Dig?
p.s. dei p.s.: "U titele me piace assaie".
RispondiEliminama per allusioni intendo fatti avvenuti in passato (immagino). Lungi da me il voler dare connotazione negativa al termine!
RispondiElimina@arabafenice
RispondiEliminaeh, che la tua sensibilità sia pari almeno a quella di luce, non stupisce neanche me. ergo, poiché siete d'accordo, poiché siete donne intelligenti e, soprattutto, poiché siete voi, mi sa che siamo sulla buona strada. magari non siamo sulla strada che porta a capire, ma a comprendere, almeno, sì. un abbraccio e grazie di avermi illuminato.
@lady cocca
che mira! 'azz... :-)
@jena du yacht
te sei un genio imprendibile. non sono alla tua altezza. però... dolce e gabbana e giontra volta, gli ho scelti apposta affinché qualcuno scrivesse volta e gabbana. Non mi stupisce sia stato tu. Questo vuole dire che sto cominciando a penare come te. E ho finito il gas. ;-)
PS: il post c'entra nulla. è il titolo quello che conta. ti abbraccio forte
@antonella(broggi)
ah, a quelle allusioni alludevi! non ho evinto accezioni negative, per carità. non avevo semplicemente capito. sport nel quale mi cimento con risultati notevoli... ;-)
mio caro digito secondo me tu sei un filosofo!
RispondiEliminaBuon pomeriggio Digito... amo molto questa canzone... hai presente Notre Dame de Paris?
RispondiEliminaE' così bella la notte
E mi sento così sola
Io non ho voglia di morire
Voglio ancora cantare
Ridere, ballare
Vivere...
Per amare
Amare...
Quasi da morire
Morire...
Dalla voglia di vivere
Mio caro amico (mi consenti?)...
RispondiEliminaCredo che questo tuo post si possa definire illuminante. Du quelle illuminazioni notturne che possono avvenire solo:
1) in solitudine
2) di notte
Io credo che il dolore, quando arriva, sia inevitabile. Non si può fuggire. Puoi rinviarlo, sì, non pensandoci per un certo tempo.. ma prima o poi occorre guardarlo in faccia... o non fa altro che accrescere di intensità.. occorre offricisi, come dici tu, non in modo passivo e fatalista, ma semplicemente accettando che è parte della vita.. e come tale, non è possibile rifiutarlo..
Il problema subentra quando il dolore supera certi livelli di intensità e/o di continuità umani. E diventa non umano. Perché dopo non diventa parte della vita, ma diventa La vita. E una vita in cui c'è totale equiparazione fra vivere e soffrire, non vale la pena di viverla (perdonami la tragicità, sono sincero). Quando si arriva a quei livelli, allora cambia tutto. Se si ha intenzione di continuare a vivere, non si può più offrirsi al dolore ma occorre battersi per stare a galla, per non dargli la possibilità di soffocarti. Ogni stratagemma è utile. A quel punto smetti di fare l'eroe e diventi un uomo spaventato dal dolore.. e ti nascondi per proteggerti.
Scusami ho scritto un romanzo.. ma questo argomento.. beh... insomma... ho studiato molto la materia ahimé...
un abbraccio
Daniel
A me sembra Dante rovesciato... se amor ch'a nullo amato amar perdona (e perdona pure che sono ignorante e non so come si scrive) allora vale anche il contrario. Un cuore che soffre attira altri cuori sofferenti. Chissà se è la frase giusta quella li, sono un pò ignorantella
RispondiElimina@federica
RispondiEliminamia cara federica, secondo me te, assieme alla maria, devi metterci più tabacco. ;-) scherzeggio, neh? una abbraccio
@nonsoloattimi
la giuria non terrà conto di questa affermazione, per due semplici motivi: uno, lo dici solo per il momento contingente che vivi; due, lo dici solo perché, in questa fase, "abbatersi" va bene, tre, mi fermo perché i motivi erano due. ;-)
scherzi a parte, rileggi quello che ti ho scriVUTO eppoi dimmi che non ti ci ritrovi. Poi metto la foto del mio occhio sul blogtstzt, così, me lo dici "occhio nell'occhio". Prezzemolo e finocchio. Amen...o che non vado a ca__re prima, neh? Ti abbraccio
@vale
garbata amica, la tua osservazione merita un premio. ma però il mio cuore non soffre. è solamente consapevole dei propri limiti. e, questo, credimi, è già una bella gioia. come te. ti abbraccio
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaCon l'ironia che ti è consona affronti un tema importante. Il mio rapporto con il dolore è stato mutevole negli anni. Da ragazza tendevo a rotolarmi nel dolore: con atteggiamento leopardiano mi ripiegavo su me stessa e quasi godevo nel sentirmi dolente. Poi decisi di allontanarlo, di rimuoverlo, di esorcizzaro. E questo per molti anni. Ora, da pochissimo tempo, sono giunta alla tua stessa conclusione: il dolore va accolto, affrontato, vissuto e metabolizzato. Non serve affatto scacciarlo.
RispondiEliminaComunque, visto che sei tanto quotato, la prossima volta verrò a piangere sulla tua spalla. :-P
@daniel
RispondiEliminaho cancellato la risposta al tuo commento e ho preferito inviartela per e-mail. credo sia la cosa giusta. ti abbraccio, onorato di essere stato chiamato amico da te e altrettanto onorato che tu mi abbia letto.
@anna
RispondiEliminacaspita quanto mi ha fatto bene leggere il tuo commento. la penso esattamente così. la spalla te la presto volentieri, però per farci quattro risate, occhei? C'ho le spalle comiche, io. ;-) un abbraccio
Digitino, certo, io rido sempre, pure troppo, mi so' venute le rughe a forza di ridere :-D
RispondiEliminaAh, dimenticavo, da me ti ho dato un lavoro.......
E vabbè, ma non hai risposto se ho sbagliato o indovinato nel mio ultimo post :-(
RispondiEliminaOff Topic: ciao Tessiner. Se non ti offendi ti avrei nominato per un premio (vabbè, un altro..). Passa da me quando vuoi.
RispondiEliminaCiao
@anna
RispondiEliminastavo venendo a vedere, te sei troppo veloce. ho la tastiera in rodaggio... ;-) eccomunque, ti rispondo anche qua:
digito ergo sum, inforNatico. anni: 36 (quasi) portati male (molto). lo so perché mi hai dato del ragioniere. mi vedi calvo, con la pancetta, bassottello e tarchiatello, con la faccia da sfighé e gli occhiali con i fondi di bottiglia al posto delle lenti. tutto vero, ma sono un informatico. ;-)
@fabio r.
te che dai un premio a me? offischia, quale onore... 'rrivo. un abbraccio
mmm...ti piace gilberto govi???
RispondiEliminadi solito quando soffro m'offro...
Eh, eh
A volte io sono così cotto ma così cotto (e farebbe così csedici) che m'assaggio.
RispondiEliminaAme spaventa di + il credere che nn ci sia scelta + che lo scegliere di soffrire.
RispondiEliminaQllo nn mi spaventa(ogni tanto mi scoraggia)ma nn mi spaventa.
Ora io ti vorrei dire altre cose...ma i tuoi lettori qui dopo averli letti mi hanno zittito...
ascolto e imparo
un bacio!
@dressel1
RispondiEliminami piace talmente tanto che ho dovuto guardare su gugol chi fosse. ;-)
@jean du yacht
a me i massaggi eccitano da pazzi. quindi evito. come cantava sting: massag in a battol... ;-)
@desaparecida
interessante, davvero. e, da te, come del resto da tutti gli altri, non mi attendevo niente di banale.
questo spazio, però, è tutto di tutti, quindi quello che scrivi te, ha il valore di quello che scrivono tutti. eppoi, dentro a quella testolina, sono certo che ci sono visuali che ci farebbero crescere. ed è un peccato tu non voglia farmele vedere... ;-)
ti auguro la notte dolce che meriti, e ti abbraccio
Conferito anche a Max Lauda&Dio (ma chi è???)
RispondiElimina@inenarrabile
RispondiEliminaahahahaha. sei fuori, ma daVero.
Ciao Giontra Volta ;)
RispondiEliminasai che ti dico? Io ti linko nel mio blog... eh si!
Buona giornata
Anna
hai ragioe il dolore bisogna viverselo fino in fondo e poi
RispondiEliminapassa
altrimenti si rischia che duri troppo
troppo poi ..ognugno ha il suo metro..
oddio sto dicendo banalità, volevo dire che ogni volta che ho provato a far finta di niente più prima che poi il dolore è tornato a galla mi ha aggredita e lasciata stordita, quando invece ho lasciato che fluisse, l'ho metabolizzato e sono riuscita ad andare avanti
questi giorni non far caso a come scrivo ho la testa confusa
per non provar paura più che dolore
Scua Dig, il mio ultimo messaggio di ieri era incompleto (ero "cotto" malgrado fossero solo le 10 di sera), la frase doveva essere virgolettata e poi terminare con: - disse il fisioterapista innamorato.
RispondiEliminaMa vedo che l'hai capita lo stesso(e non avevo dubbi);6 1 raycharles (the genius n.d.r.).
@annagi
RispondiEliminama te lo sai che mi stava svenendo in mente la stessa cosa? no, perché "venendo", detto ad una signora, è sempre brutta cosa assai. Sai? :-)
@zefirina
non hai neppure la più pallida idea di quante "banalità" così vorrei sentire... ti abbraccio
@jean du yacht
ho capito? daVero? ti assicuro che è un caso. e, in ogni caso, non si ripeterà più. nanche per caso :-0
"catalizzatore di cazzi altri..."
RispondiEliminabhe allora io?che sogno di fare la psicologa da na vita ormai,cosa dovrei essere??
bhe nn dirmelo che posso immaginarlo!!!
cmq quello che hai scritto ha un senso perchè di solito si riesce ad aiutare una persona se si è gia passato qualcosa di simile o se la persona ha da risolvere qualcosa che nella realtà anche tu hai da risolve...
vedendo il problema della persona tu riesci a darle magari dei consigli e sono in realtà i consigli che dovresti dare a te stesso per risolvere la medesima situazione nella tua di realta...
nell'interazione tra individui si instaurano tutta una serie di meccanismi inconsci chiamati proiezioni, ciò significa che, se io ho un difetto che nn accetto di me lo proietto su un altra persona che ha determinate caratteristiche, quella persona mi sta antipatica per quel difetto, ma in realtà sono io che l' ho proietto perchè è anche un mio difetto...lo stesso vale per i pregi... ecco perchè quando ci si innamora subito si vedono solo i pregi della persona con cui si sta...ps: nn è mai casuale il fatto che una persona ti scelga per sfogarsi significa che ha trovato in te o qualcosa di affine o qualcosa che a lei manca.
Credo proprio che il problema sia riuscire a vivere intensamente le cose... sia nel bene che nel male. Mi sembra che ciò che veramente manca sia la capacità di OFFRIRSI, come dici tu, sia alla Gioia che al Dolore, offrirsi completamente.
RispondiEliminaPerchè ci piace sempre tenerci qualcosa per noi.
@daniela
RispondiEliminaoppure esattamente il contrario? ovvero viverle come qualcosa di etereo e passeggero. un po' come la vita, che poi tanto eterea non è. ma con discrezione. a me, l'equilibrio tra quanto dici te e quanto replico, sta scombussolando la bussola. anche perché scombussolare l'orologio non vuole dire niente. (ma questa ca__ta la tengo per me) ;-) un abbraccio forte